Esiste una vera e propria cultura della Polenta, e’ un cibo che ci rimanda alle nostre origini contadine e quindi al passato, un tempo era il cibo dei poveri, ma oggi questo piatto e’ totalmente rivalutato: ai giorni nostri non e’ piu’ un piatto povero ma sono persino nati itinerari gastronomici per degustare la polenta. Fu Cristoforo Colombo che porto’ in Europa insieme ai fagioli e ai pomodori, alcuni semi di una pianta chiamata “MAHIZ” (Granoturco) che gli indigeni usavano insieme alla farina per preparare polente arricchite da vari ingredienti come le salse, i legumi, la carne o i formaggi. Questo permetteva loro di non ammalarsi come succedeva invece ai nostri antenati di pellagra. La malattia colpiva principalmente le popolazioni montane che consumavano tale cibo quotidianamente senza l’apporto di altri elementi molto importanti come le vitamine indispensabili ad una dieta equilibrata. Ogni regione fa della polenta la sua specialità: in Lombardia la polenta “concia” si farcisce a cottura ultimata utilizzando parmigiano o gorgonzola. In Piemonte si condisce aggiungendo in cottura la fontina e la toma fresca, insaporendo poi il tutto con aglio e pepe. La polenta “pasticciata” è una vera bonta’: si mettono le fette di polenta avanzata in una tortiera imburrata, si condisce con parmigiano grattugiato e Gruyère, sopra si mette il sugo ai funghi o alla salsiccia, si mette tutto in forno per una ventina di minuti, provatela, 😉 in Friuli per celebrare il Premio Nonino, l’ultima domenica di gennaio, fra tante prelibatezze, non manca mai la classica polenta gialla. A Treviso viene servita per tradizione anche polenta di mais bianco, viene accompagnata da gustosi e ricchi piatti di selvaggina. Nel Bergamasco, in Val Brembana e Val Seriana, viene servita con ottimi brasati, funghi, cacio di malga e formaggi d’alpeggio. Piatto tradizionale del passato era “polenta e oseij” ora soppiantato dagli “uccelletti scappati” a base di fegato, codeghi (cotechini) e salsiccia. A Cavour, in provincia di Torino, proprio all’inizio dell’inverno, si celebrano i festeggiamenti di “Polenta Passione”, dove i convegni si alternano a tipiche degustazioni insieme ad assaggi gustosissimi proposti con varietà di polente derivanti da farine sapientemente ricuperate (dal “Marano” e dal “Biancoperla”). In alcuni paesi del Monferrato e dell’Astigiano, dove abito io, si rievoca tale manifestazione allestendo nelle piazze polente di alcuni quintali, 🙂 ovviamente ben condite. Famose fra tante quella di Ponti (Acqui Terme) che si tiene la domenica precedente il carnevale e quella di Monastero Bormida che si svolge la seconda domenica di maggio, dove nei vicoli del centro storico sono ricreati gli antichi mestieri (e’ bellissimo!). Altre polente vengono allestite a Bubbio (Asti) la prima domenica dopo la Pasqua ed a Cassinasco (Asti) la seconda domenica di Maggio. Le farine per polenta si distinguono in “gialla”, la più usata che proviene dal mais (chiamato anche granoturco) che può essere macinata in grana grossa (sbramato) o in grana fine e in “bianca” (varietà “Biancoperla”) attualmente poco usata, ma giustamente difesa da Slow Food (è una associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo). La farina di grano saraceno, “grigiastra”, è priva di glutine (preziosa quindi per i celiaci), e’ questa la farina usata per la polenta “taragna”. Queste informazioni le ho trovate gironzolando nel web, ora ci vuole la mia ricetta, posso dirvi che a casa mia, quand’ero piccina, la polenta non la mangiavamo spesso, mentre quando andavamo in montagna in vacanza la polenta era servita in mille modi a tavola! Il ricordo che ho di questo piatto particolare che, per me, e’ di una bonta’ unica e’ la vecchina che rimestava la polenta nel paiolo di rame sulla stufa, il suo sembrava quasi un gesto simbolico, girava la polenta sempre nello stesso senso, poi aiutata da mani forti, giravano il paiolo con la polenta fumante sopra un enorme tagliere di legno, ognuno si serviva a piacere, c’erano sughi ai funghi, alla salsiccia, formaggi, c’era la focaccia cotta nel forno a legna ancora calda, io ero piccola, avro’ avuto cinque, sei anni, ma i ricordi di questi momenti li ho impressi nella mia mente come quei sapori di un tempo cosi’ genuini che sapevano di buono! Ecco come preparare la polenta, potete comprare quella che preferite, bianca o gialla. Ingredienti per sei persone circa: 350 g di polenta rustica (bianca o gialla), 2 lt di acqua e sale(2 cucchiaini). Riempite la pentola con l’acqua che porterete ad ebollizione a fuoco vivace ed aggiungete il sale, io vi consiglierei di usare un paiolo di rame ma va benissimo una pentola a bordi alti! Quando il sale si sara’ sciolto e l’acqua sta bollendo, spegnete la fiamma (non preoccupatevi, cosi’ facendo eviterete le ustioni causate dalle bolle della polenta). Sempre con la fiamma spenta, iniziate con una mano a versare la farina di polenta a pioggia con dei gesti circolari (per non far attaccare la polenta alla pentola) poco alla volta, con l’altra mano mescolate continuamente sempre nello stesso senso (per non far formare dei grumi). Continuate a mescolare fino a che non avrete versato tutta la polenta, riaccendete la fiamma a fuoco lento e fate bollire di nuovo, mescolate sempre nello stesso senso alternato da precisi movimenti traversali per circa 40 minuti (o il tempo indicato nella confezione), poi con un gesto deciso rovesciate la polenta sul tagliere di legno, eccola, buona, fumante! Ora naturalmente ci vuole il condimento, qua ho fatto un bel sugo
ai funghi, si puo’ versare direttamente sulla polenta
oppure ognuno dei commensali si versa con il mestolo la sua porzione nel piatto! Un altro modo di servirla e’ con il sugo alla salsiccia, ottimo, oppure si puo’ servirla al forno: si fa freddare nel tagliere la polenta e il giorno dopo si divide in rombi uguali, si mettono in un tegame a strati alternando sugo e formaggio filante, si inforna giusto il tempo per far sciogliere il formaggio, una goduria, credetemi! Altro modo, questo,
con il gorgonzola, ne ho parlato prima, e’ una preparazione tipica della Lombardia, a me cosi’ piace tantissimo!!! Io in genere la preparo con il coniglio alla cacciatora qua trovate la ricetta! L’altro giorno ho preparato la polenta taragna, buonissima, quella che preferisco, con il baccala’ alle cipolle di tropea, mio marito ed io, quel giorno era il nostro anniversario: abbiamo festeggiato 33 anni di matrimonio, ci siamo guardati e insieme abbiamo pronunciato la stessa esclamazione di gradimento per il buon cibo che stavamo godendoci! 😉 Ora vi scrivo la ricetta del baccala’: naturalmente per la polenta potete usare anche quella gialla, l’insieme e’ comunque buonissimo! Il baccala’ con la polenta taragna e’ una tipica ricetta del bergamasco, della Valle Brembana. Il merluzzo sotto sale (baccalà) o essiccato (stoccafisso o pesce ‘stocco’) è sempre stato tradizionalmente il “pesce” dei bergamaschi, assieme a quello nostrano di laghi e fiumi, qui da noi in Piemonte si trova facilmente, mia mamma quando preparava la polenta, lei usava quella gialla, la accompagnava spesso con il baccala’, questa e’ la sua ricetta: mezzo kg di baccala’ sotto sale oppure un pacchetto di filetti sempre dello stesso peso, 500 gr di pomodori, va benissimo anche la passata, 400 gr di cipolle di tropea, mezzo litro di latte, mezzo bicchiere di olio, farina, sale e olio da frittura. Dissalate e ammolate il baccala’ per 24 ore, (per dissalare il baccalà: porre il baccalà sotto un getto di acqua corrente per togliere il sale in eccesso. Riporlo in una bacinella capiente e ricoprirlo di acqua fresca. Lasciarlo in ammollo per 24-36 ore, cambiando l’acqua il più sovente possibile (l’acqua deve essere molto fresca affinché il pesce si mantenga sodo), in questo caso, dopo due/tre risciacqui con acqua all’ultimo risciacquo usate il latte e lasciatelo ammollare con esso
Nella padella da frittura con l’olio che fuma immergete i pezzi di baccala’ infarinati,
friggeteli e sgocciolateli dorati e croccanti. In una teglia larga versate il mezzo bicchiere di olio e fatevi dorare e macerare le cipolle
tagliate a fettine, ponete in questa teglia le fette di baccala’ fritte, aggiungete i pomodori pelati, salate se occorre, io non uso mai sale quando preparo il baccala’, e fate cuocere per 30 minuti.
Preparate la polenta mentre cuoce il pesce
quella che preferite, e servitela con il pesce,
e’ un piatto fantastico, garantisco, 🙂 Mentre sto scrivendo il post guardate un po’ il mio cagnolino,
come dorme tranquillo, pero’ se scatto la foto
apre subito l’occhietto, 😀 😀