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🍷 La panzanella 🍷

Pubblicato 28 luglio 2015 da Laura

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La Panzanella e’ il piatto piu’ gettonato a casa mia in questo periodo, e’ praticamente una zuppa estiva contadina dal gusto eccellente, e’ a base di pane, possibilmente raffermo, cosi’ si recupera il pane avanzato, le sue origini sono fiorentine ma si e’ poi diffusa in tutta la Toscana gia’ dall’inizio dell’800. Citata dal Boccaccio nel Decameron col nome di “pan lavato”, la panzanella ha senza dubbio origini popolari. È opinione diffusa che questo piatto sia nato dall’usanza contadina di bagnare il pane vecchio nell’acqua e di mescolarlo con le verdure reperibili nell’orto, tanto che l’etimologia si riconduce secondo alcuni alla fusione dei termini “pane” e “zanella” (piatto fondo o zuppiera) mentre secondo altri deriverebbe dalla parola “panzana” che in origine voleva dire “pappa”. Nonostante questo la panzanella è sempre stata apprezzata da golosi di tutte le classi sociali, come dimostrano le rime scritte da Agnolo di Cosimo detto “il Bronzino”, assiduo frequentatore della corte dei Medici, nel suo “Della cipolla”:

Chi vuol trapassar sopra le stelle,
en’tinga il pane e mangia a crepapelle
un’ insalata di cipolla trita,
con la porcellanetta e citriuoli
vince ogni altro piacer di questa vita,
considerate un po’se aggiungessi
bassilico e rucchetta!

E un’altra panzanella “nobile” pare sia stata offerta nel 1865 al Re d’Italia Vittorio Emanuele dallo statista Bettino Ricasoli, mentre era suo ospite nel suo castello nel Chianti per una partita di caccia: il verde del basilico, il bianco del pane e il rosso del pomodoro, infatti, rievocavano i colori del neonato Regno d’Italia. (storia presa dal web, gironzolando qua e la’, 🙂  )Eccovi la mia ricetta, con in aggiunta il tonno e il formaggio che puo’ essere modificato con quello che preferite: 400 g di pane casereccio raffermo (meglio se del tipo toscano); 2 pomodori maturi; 2 cipolle rosse, 1 cetriolo (facoltativo, io non l’ho messo, a noi non piace); un ciuffo di basilico, olio extravergine di oliva, aceto, sale. Ora fate cosi’: tagliate il pane a fette e poi a tocchetti, bagnatelo poco in acqua fredda, mettetelo in un’insalatiera e aggiungete le foglie di basilico, i cetrioli, le cipolle e i pomodori, il tutto tagliato a tocchetti uguali al pane, condite con olio e un pizzico di sale, aggiungete il tonno disfatto e sgocciolato e formaggio a vostra scelta, potete usare il grana tagliato a lamelle, la feta tagliata a quadratini o altro formaggio stagionato, a voi la scelta, io cambio sempre! Conservate la panzanella in luogo fresco fino al momento di servire. Prima di portare in tavola aggiungete una spruzzata di aceto di vino se vi piace, io mette l’aceto in tavola da condire al momento perche’ non piace a tutti! E’ buonissima, veloce da preparare e in questi giorni afosi con l’anguria e’ stata la nostra salvezza, 😀 Ecco una foto di un campo di soia, immenso, girando in moto ne abbiamo trovati  tantissimi,150720_205619Ecco il mio cucciolo a 3 anni S6301301appena spazzolato, troppo carino, dopo sette anni ha sempre lo stesso bel musetto, ❤ e infine io, in partenza per mete ignote, 😉  in versione casco / fashion 150719_164011 😀 😀 😀 Il premio di oggi mi e’ stato regalato da Laura del bellissimo blog https://raccontidalpassato.wordpress.com/ ho gia’ parlato di lei, Laura e’ fantastica, dolcissima ed ha scritto un libro molto bello, questo , compratelo, e’ davvero un bel libro, e’ un fantasy che viene voglia di leggerlo tutto in un fiato per sapere come finisce per poi rileggerlo nuovamente, a me capita spesso quando un libro mi piace molto e mi appassiona, proprio come questo di Laura! Questo e’ il tag, molto carino, checestinomi e’ stato regalato anche da Iris, https://iriseperiplo.wordpress.com/ il suo blog e’ cosi’ bello, allegro e frizzante, proprio come lei, mi piace tantissimo! Le regole sono sempre le stesse, citare il creatore, Luana Maria  usare l’immagine che lo rappresenta, il bel cestino nella foto sopra, menzionare l’oggetto oppure gli oggetti che piu’ amate, scrivendo una motivazione..se vi va, nominare i blog che volete, siete tutti invitati a partecipare!!!! Ecco l’oggetto che amo piu’ di ogni altra cosa, questo 150728_162600 e’ una sciarpina di seta, accessorio di un completo bellissimo che mia mamma portava in occasioni importanti! A volte mi sembra di sentire ancora il suo profumo, Chanel N. 5, non la indosso spesso ma e’ sempre bene in vista nel mio armadio, ❤ lo so che ormai e’ passato tanto tempo ma lei mi manca cosi’ tanto, tutti i giorni penso a lei,150728_171402la mia dolce cara mamma, ❤ In questa foto stiamo facendo l’esercitazione di salvataggio, non siamo sul Titanic, 😀

 

 

Polenta taragna con baccala’ alle cipolle di tropea.

Pubblicato 22 novembre 2014 da Laura

Esiste una vera e propria cultura della Polenta, e’ un cibo che ci rimanda alle nostre origini contadine e quindi al passato, un tempo era il cibo dei poveri, ma oggi questo piatto e’ totalmente rivalutato: ai giorni nostri non e’ piu’ un piatto povero ma sono persino nati itinerari gastronomici per degustare la polenta. Fu Cristoforo Colombo che porto’ in Europa insieme ai fagioli e ai pomodori, alcuni semi di una pianta chiamata “MAHIZ” (Granoturco) che gli indigeni usavano insieme alla farina per preparare polente arricchite da vari ingredienti come le salse, i legumi, la carne o i formaggi. Questo permetteva loro di non ammalarsi come succedeva invece ai nostri antenati di pellagra. La malattia colpiva principalmente le popolazioni montane che consumavano tale cibo quotidianamente senza l’apporto di altri elementi molto importanti come le vitamine indispensabili ad una dieta equilibrata. Ogni regione fa della polenta la sua specialità: in Lombardia la polenta “concia” si farcisce a cottura ultimata utilizzando parmigiano o gorgonzola. In Piemonte si condisce aggiungendo in cottura la fontina e la toma fresca, insaporendo poi il tutto con aglio e pepe. La polenta “pasticciata” è una vera bonta’: si mettono le fette di polenta avanzata in una tortiera imburrata, si condisce con parmigiano grattugiato e Gruyère, sopra si mette il sugo ai funghi o alla salsiccia, si mette tutto in forno per una ventina di minuti, provatela, 😉 in Friuli per celebrare il Premio Nonino, l’ultima domenica di gennaio, fra tante prelibatezze, non manca mai la classica polenta gialla. A Treviso viene servita per tradizione anche polenta di mais bianco, viene accompagnata da gustosi e ricchi piatti di selvaggina.  Nel Bergamasco, in Val Brembana e Val Seriana, viene servita con ottimi brasati, funghi, cacio di malga e formaggi d’alpeggio. Piatto tradizionale del passato era “polenta e oseij” ora soppiantato dagli “uccelletti scappati” a base di fegato, codeghi (cotechini) e salsiccia. A Cavour, in provincia di Torino, proprio all’inizio dell’inverno, si celebrano i festeggiamenti di “Polenta Passione”, dove i convegni si alternano a tipiche degustazioni insieme ad assaggi gustosissimi proposti con varietà di polente derivanti da farine sapientemente ricuperate (dal “Marano” e dal “Biancoperla”). In alcuni paesi del Monferrato e dell’Astigiano, dove abito io,  si rievoca tale manifestazione allestendo nelle piazze polente di alcuni quintali, 🙂 ovviamente ben condite. Famose fra tante quella di Ponti (Acqui Terme) che si tiene la domenica precedente il carnevale e quella di Monastero Bormida che si svolge la seconda domenica di maggio, dove nei vicoli del centro storico sono ricreati gli antichi mestieri (e’ bellissimo!). Altre polente vengono allestite a Bubbio (Asti) la prima domenica dopo la Pasqua ed a Cassinasco (Asti) la seconda domenica di Maggio. Le farine per polenta si distinguono in “gialla”, la più usata che proviene dal mais (chiamato anche granoturco) che può essere macinata in grana grossa (sbramato) o in grana fine e in “bianca” (varietà “Biancoperla”) attualmente poco usata, ma giustamente difesa da Slow Food (è una associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo). La farina di grano saraceno, “grigiastra”, è priva di glutine (preziosa quindi per i celiaci), e’ questa la farina usata per la polenta “taragna”. Queste informazioni le ho trovate gironzolando nel web, ora ci vuole la mia ricetta, posso dirvi che a casa mia, quand’ero piccina, la polenta non la mangiavamo spesso, mentre quando andavamo in montagna in vacanza la polenta era servita in mille modi a tavola! Il ricordo che ho di questo piatto particolare che, per me, e’ di una bonta’ unica e’ la vecchina che rimestava la polenta nel paiolo di rame sulla stufa, il suo sembrava quasi un gesto simbolico, girava la polenta sempre nello stesso senso, poi aiutata da mani forti, giravano il paiolo con la polenta fumante sopra un enorme tagliere di legno, ognuno si serviva a piacere, c’erano sughi ai funghi, alla salsiccia, formaggi, c’era la focaccia cotta nel forno a legna ancora calda, io ero piccola, avro’ avuto cinque, sei anni, ma i ricordi di questi momenti li ho impressi nella mia mente come quei sapori di un tempo cosi’ genuini che sapevano di buono! Ecco come preparare la polenta, potete comprare quella che preferite, bianca o gialla. Ingredienti per sei persone circa: 350 g di polenta rustica (bianca o gialla), 2 lt di acqua e sale(2 cucchiaini). Riempite la pentola con l’acqua che porterete ad ebollizione a fuoco vivace ed aggiungete il sale, io vi consiglierei di usare un paiolo di rame ma va benissimo una pentola a bordi alti! Quando il sale si sara’ sciolto e l’acqua sta bollendo, spegnete la fiamma (non preoccupatevi, cosi’ facendo eviterete le ustioni causate dalle bolle della polenta). Sempre con la fiamma spenta, iniziate con una mano a versare la farina di polenta a pioggia con dei gesti circolari (per non far attaccare la polenta alla pentola) poco alla volta, con l’altra mano mescolate continuamente sempre nello stesso senso (per non far formare dei grumi). Continuate a mescolare fino a che non avrete versato tutta la polenta, riaccendete la fiamma a fuoco lento e fate bollire di nuovo, mescolate sempre nello stesso senso alternato da precisi movimenti traversali per circa 40 minuti (o il tempo indicato nella confezione), poi con un gesto deciso rovesciate la polenta sul tagliere di legno, eccola, buona, 141113_123801fumante! Ora naturalmente ci vuole il condimento, qua ho fatto un bel sugo 141025_121842ai funghi, si puo’ versare direttamente sulla polenta 141025_121825oppure ognuno dei commensali si versa con il mestolo la sua porzione nel piatto! Un altro modo di servirla e’ con il sugo alla salsiccia, ottimo, oppure si puo’ servirla al forno: si fa freddare nel tagliere la polenta e il giorno dopo si divide in rombi uguali, si mettono in un tegame a strati alternando sugo e formaggio filante, si inforna giusto il tempo per far sciogliere il formaggio, una goduria, credetemi! Altro modo, questo, 141113_123748con il gorgonzola, ne ho parlato prima, e’ una preparazione tipica della Lombardia, a me cosi’ piace tantissimo!!! Io in genere la preparo con il coniglio alla cacciatora qua trovate la ricetta! L’altro giorno ho preparato la polenta taragna, buonissima, quella che preferisco, con il baccala’ alle cipolle di tropea, mio marito ed io, quel giorno era il nostro anniversario: abbiamo festeggiato 33 anni di matrimonio, ci siamo guardati e insieme abbiamo pronunciato la stessa esclamazione di gradimento per il buon cibo che stavamo godendoci! 😉 Ora vi scrivo la ricetta del baccala’: naturalmente per la polenta potete usare anche quella gialla, l’insieme e’ comunque buonissimo! Il baccala’ con la polenta taragna e’ una tipica ricetta del bergamasco, della Valle Brembana. Il merluzzo sotto sale (baccalà) o essiccato (stoccafisso o pesce ‘stocco’) è sempre stato tradizionalmente il “pesce” dei bergamaschi, assieme a quello nostrano di laghi e fiumi, qui da noi in Piemonte si trova facilmente, mia mamma quando preparava la polenta, lei usava quella gialla, la accompagnava spesso con il baccala’, questa e’ la sua ricetta: mezzo kg di baccala’ sotto sale oppure un pacchetto di filetti sempre dello stesso peso, 500 gr di pomodori, va benissimo anche la passata, 400 gr di cipolle di tropea, mezzo litro di latte, mezzo bicchiere di olio, farina, sale e olio da frittura. Dissalate e ammolate il baccala’ per 24 ore, (per dissalare il baccalà: porre il baccalà sotto un getto di acqua corrente per togliere il sale in eccesso. Riporlo in una bacinella capiente e ricoprirlo di acqua fresca. Lasciarlo in ammollo per 24-36 ore, cambiando l’acqua il più sovente possibile (l’acqua deve essere molto fresca affinché il pesce si mantenga sodo), in questo caso, dopo due/tre risciacqui con acqua all’ultimo risciacquo usate il latte e lasciatelo ammollare con esso 141120_113601Nella padella da frittura con l’olio che fuma immergete i pezzi di baccala’ infarinati,141121_112638 friggeteli e sgocciolateli dorati e croccanti. In una teglia larga versate il mezzo bicchiere di olio e fatevi dorare e macerare le cipolle141121_112827 tagliate a fettine, ponete in questa teglia le fette di baccala’ fritte, aggiungete i pomodori pelati, salate se occorre, io non uso mai sale quando preparo il baccala’, e fate cuocere per 30 minuti. 141121_115304Preparate la polenta mentre cuoce il pesce141121_121902quella che preferite, e servitela con il pesce, 141121_123051e’ un piatto fantastico, garantisco, 🙂 Mentre sto scrivendo il post guardate un po’ il mio cagnolino, 141116_180004come dorme tranquillo, pero’ se scatto la foto141116_180047apre subito l’occhietto, 😀 😀





 

Dolce sorpresa alle mele.

Pubblicato 6 gennaio 2014 da Laura

Quando ero ragazzina facevo i compiti in cucina e spesso guardavo mia mamma che cucinava. Mi domandavo  come faceva a preparare i suoi favolosi dolci senza seguire nessuna ricetta, certo aveva tanti appunti, qualche libretto ma la maggior parte delle volte faceva tutto ad occhio: farina, zucchero, lievito, burro, uova, latte, poi aggiungeva le mele tagliate a piccoli pezzetti,140106_162437 le ciliegie da lei preparate d’estate, candite, poi infornava e come per magia usciva dal forno una meraviglia, un profumo in casa e poi naturalmente facevo la merenda!!! La preparazione dei dolci, si sa, ha delle regole precise, ingredienti,dosi, ecc. ecc. ma quando si prepara spesso un dolce, tipo la torta di mele, semplicissima, si puo’ anche farla a memoria, oggi l’ho preparata per stasera ed e’ venuta una bonta’, mi piace la torta di mele, e’ il mio dolce preferito,140106_162422sara’ forse perche’ mi ricorda il tempo passato con lei. Ecco la ricetta, con gli ingredienti e le dosi, piu’ o meno 🙂 : 300 gr di farina, 70 gr di burro, potete usare l’olio di semi se la volete piu’ leggera, 120 g di zucchero, un po’ di piu’ se la volete piu’ dolce, una bustina di lievito per torte, due uova, latte quanto basta, regolatevi voi, deve venire un impasto morbido ma non troppo, 4 mele, ciliegie candite. Ora fate cosi’: mescolate farina, zucchero e lievito insieme, poi aggiungete il burro sciolto, le uova leggermente sbattute, il latte fino a rendere l’impasto morbido, tagliate le mele a piccoli pezzetti e aggiungetele all’impasto, mescolate e mettete il tutto in una tortiera imburrata e infarinata, mettete sopra alcune fettine di mela e le ciliegie candite. Infornate a forno preriscaldato a 180 gradi per  35/40 minuti circa. Fate raffreddare prima di toglierla dalla tortiera, mettetela in un piatto da portata e cospargetela di zucchero a velo, 140106_171222in cottura le ciliegie saranno scese e quando taglierete una fetta troverete una dolce sorpresa!

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