Fare il pane e’ qualcosa di unico, mi piace prepararlo quando siamo tutti in casa, quando incomincia a far freddo e si sta bene al calduccio, allora si impasta la farina con il lievito e l’acqua, si attende la magia della lievitazione e quando tutto e’ pronto si inforna e in casa si sente quel bel profumino di pane appena sfornato, e’ da provare, il pane fatto in casa ha un sapore, un profumo e una consistenza invidiabile e poi, vuoi mettere la soddisfazione, e sopratutto, al mattino non uscite per comprarlo, in teoria dovrebbe essere cosi’! Allora, vi scrivo la ricetta per farlo, e’ facile, io mi sono sempre trovata molto bene, il risultato e’ ottimo! Io, questa volta, ho usato, il lievito madre secco, ero troppo curiosa, l’ho trovato al supermercato, voi usate tranquillamente il lievito abituale, quello di birra in panetto oppure quello disidratato, il mastro fornaio per intenderci, vedrete che bonta’. Gli ingredienti sono per circa nove panini, dipende dalla grandezza, e un pane a cassetta da mezzo kg, per lo stampo io ho utilizzato quello da plumcake. Ingredienti: 200 g di farina Manitoba, 180 g di farina macinata a pietra (la trovate al supermercato, e’ buonissima, il pane ha un profumo con questa miscela, se non la trovate utilizzate dei 500 g meta’ farina manitoba e meta’ farina 0) e 120 g di farina 0, se usate il lievito secco utilizzate una bustina che equivale a 35 g oppure il panetto di lievito di birra fresco 35 g oppure ancora quello disidratato da 7 g, 10 g di sale, un cucchiaino di zucchero io ho usato il miele, 2 cucchiai di olio d’oliva, 275-300 ml di acqua, dipende da come la farina assorbe l’acqua, regolatevi man mano lavorando l’impasto se usarla tutta. Per prima cosa setacciate le farine, poi aggiungete il lievito madre secco o quello che usate abitualmente (se usate il lievito di birra fresco prima di metterlo nell’impasto dovete prima scioglierlo in un po’ di acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero), un cucchiaino di miele o zucchero, l’olio, il sale, aggiungete poco alla volta l’acqua tiepida. Io ho impastato tutto con l’impastatrice, ormai con lei faccio tutto, ma si puo’ tranquillamente impastare a mano, facendo la fontana e mettendo in mezzo tutti gli ingredienti, lavorate bene, fino ad ottenere un impasto bello morbido ed elastico! Fate il classico panettoe mettete a lievitare al caldo, io vi consiglio di usare il forno spento. Quando e’ lievitato il doppio,
ci vuole, in questa stagione, un oretta, anche un po’ di piu’, prendete la palla lievitata e fate con essa due giri, da una parte e dall’altra, senza lavorarla, dividete a meta’ la pasta e con una formate i panini, cosi’ come da foto, usate la teglia del forno, imburrata e infarinata oppure usate la carta forno,
con l’altra mettete la mezza pasta lievitata nello stampo del plumcake imburrato e infarinato,
Fate fare un altra lievitazione, un oretta, i panini devono crescere quasi al raddoppio, stessa cosa per il pane a cassetta. Passato il tempo della seconda lievitazione spennellate di olio
e se vi piace mettete un pochino di sale grosso sopra, infornate a 180/200°, forno caldo, i panini per circa 20 minuti,
state attenti a non bruciarli sopra, il pane a cassetta cuoce per mezz’oretta, dipende sempre dal forno,
mettetelo nella parte bassa del forno altrimenti si brucia sopra. Eccoli pronti da mangiare,
io, in genere, li preparo alla sera, quando Chiara e’ a casa mi aiuta, ci divertiamo tantissimo,
il fatto e’ che si sente il profumo, e’ pane appena sfornato caldo,
e poi vuoi non assaggiare,
poi sapete come succede, si sparge la voce, Laura sta facendo il pane, l’ha gia’ infornato, 😀
insomma, morale della favola, il pane finisce, la sera stessa, appena sfornato, tutti lo assaggiano ed io al mattino dopo, per il pranzo, devo uscire a comprarlo dal panettiere, 😀 😀
♡☆♡☆♡☆
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Polenta taragna con baccala’ alle cipolle di tropea.
Pubblicato 22 novembre 2014 da LauraEsiste una vera e propria cultura della Polenta, e’ un cibo che ci rimanda alle nostre origini contadine e quindi al passato, un tempo era il cibo dei poveri, ma oggi questo piatto e’ totalmente rivalutato: ai giorni nostri non e’ piu’ un piatto povero ma sono persino nati itinerari gastronomici per degustare la polenta. Fu Cristoforo Colombo che porto’ in Europa insieme ai fagioli e ai pomodori, alcuni semi di una pianta chiamata “MAHIZ” (Granoturco) che gli indigeni usavano insieme alla farina per preparare polente arricchite da vari ingredienti come le salse, i legumi, la carne o i formaggi. Questo permetteva loro di non ammalarsi come succedeva invece ai nostri antenati di pellagra. La malattia colpiva principalmente le popolazioni montane che consumavano tale cibo quotidianamente senza l’apporto di altri elementi molto importanti come le vitamine indispensabili ad una dieta equilibrata. Ogni regione fa della polenta la sua specialità: in Lombardia la polenta “concia” si farcisce a cottura ultimata utilizzando parmigiano o gorgonzola. In Piemonte si condisce aggiungendo in cottura la fontina e la toma fresca, insaporendo poi il tutto con aglio e pepe. La polenta “pasticciata” è una vera bonta’: si mettono le fette di polenta avanzata in una tortiera imburrata, si condisce con parmigiano grattugiato e Gruyère, sopra si mette il sugo ai funghi o alla salsiccia, si mette tutto in forno per una ventina di minuti, provatela, 😉 in Friuli per celebrare il Premio Nonino, l’ultima domenica di gennaio, fra tante prelibatezze, non manca mai la classica polenta gialla. A Treviso viene servita per tradizione anche polenta di mais bianco, viene accompagnata da gustosi e ricchi piatti di selvaggina. Nel Bergamasco, in Val Brembana e Val Seriana, viene servita con ottimi brasati, funghi, cacio di malga e formaggi d’alpeggio. Piatto tradizionale del passato era “polenta e oseij” ora soppiantato dagli “uccelletti scappati” a base di fegato, codeghi (cotechini) e salsiccia. A Cavour, in provincia di Torino, proprio all’inizio dell’inverno, si celebrano i festeggiamenti di “Polenta Passione”, dove i convegni si alternano a tipiche degustazioni insieme ad assaggi gustosissimi proposti con varietà di polente derivanti da farine sapientemente ricuperate (dal “Marano” e dal “Biancoperla”). In alcuni paesi del Monferrato e dell’Astigiano, dove abito io, si rievoca tale manifestazione allestendo nelle piazze polente di alcuni quintali, 🙂 ovviamente ben condite. Famose fra tante quella di Ponti (Acqui Terme) che si tiene la domenica precedente il carnevale e quella di Monastero Bormida che si svolge la seconda domenica di maggio, dove nei vicoli del centro storico sono ricreati gli antichi mestieri (e’ bellissimo!). Altre polente vengono allestite a Bubbio (Asti) la prima domenica dopo la Pasqua ed a Cassinasco (Asti) la seconda domenica di Maggio. Le farine per polenta si distinguono in “gialla”, la più usata che proviene dal mais (chiamato anche granoturco) che può essere macinata in grana grossa (sbramato) o in grana fine e in “bianca” (varietà “Biancoperla”) attualmente poco usata, ma giustamente difesa da Slow Food (è una associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo). La farina di grano saraceno, “grigiastra”, è priva di glutine (preziosa quindi per i celiaci), e’ questa la farina usata per la polenta “taragna”. Queste informazioni le ho trovate gironzolando nel web, ora ci vuole la mia ricetta, posso dirvi che a casa mia, quand’ero piccina, la polenta non la mangiavamo spesso, mentre quando andavamo in montagna in vacanza la polenta era servita in mille modi a tavola! Il ricordo che ho di questo piatto particolare che, per me, e’ di una bonta’ unica e’ la vecchina che rimestava la polenta nel paiolo di rame sulla stufa, il suo sembrava quasi un gesto simbolico, girava la polenta sempre nello stesso senso, poi aiutata da mani forti, giravano il paiolo con la polenta fumante sopra un enorme tagliere di legno, ognuno si serviva a piacere, c’erano sughi ai funghi, alla salsiccia, formaggi, c’era la focaccia cotta nel forno a legna ancora calda, io ero piccola, avro’ avuto cinque, sei anni, ma i ricordi di questi momenti li ho impressi nella mia mente come quei sapori di un tempo cosi’ genuini che sapevano di buono! Ecco come preparare la polenta, potete comprare quella che preferite, bianca o gialla. Ingredienti per sei persone circa: 350 g di polenta rustica (bianca o gialla), 2 lt di acqua e sale(2 cucchiaini). Riempite la pentola con l’acqua che porterete ad ebollizione a fuoco vivace ed aggiungete il sale, io vi consiglierei di usare un paiolo di rame ma va benissimo una pentola a bordi alti! Quando il sale si sara’ sciolto e l’acqua sta bollendo, spegnete la fiamma (non preoccupatevi, cosi’ facendo eviterete le ustioni causate dalle bolle della polenta). Sempre con la fiamma spenta, iniziate con una mano a versare la farina di polenta a pioggia con dei gesti circolari (per non far attaccare la polenta alla pentola) poco alla volta, con l’altra mano mescolate continuamente sempre nello stesso senso (per non far formare dei grumi). Continuate a mescolare fino a che non avrete versato tutta la polenta, riaccendete la fiamma a fuoco lento e fate bollire di nuovo, mescolate sempre nello stesso senso alternato da precisi movimenti traversali per circa 40 minuti (o il tempo indicato nella confezione), poi con un gesto deciso rovesciate la polenta sul tagliere di legno, eccola, buona, fumante! Ora naturalmente ci vuole il condimento, qua ho fatto un bel sugo
ai funghi, si puo’ versare direttamente sulla polenta
oppure ognuno dei commensali si versa con il mestolo la sua porzione nel piatto! Un altro modo di servirla e’ con il sugo alla salsiccia, ottimo, oppure si puo’ servirla al forno: si fa freddare nel tagliere la polenta e il giorno dopo si divide in rombi uguali, si mettono in un tegame a strati alternando sugo e formaggio filante, si inforna giusto il tempo per far sciogliere il formaggio, una goduria, credetemi! Altro modo, questo,
con il gorgonzola, ne ho parlato prima, e’ una preparazione tipica della Lombardia, a me cosi’ piace tantissimo!!! Io in genere la preparo con il coniglio alla cacciatora qua trovate la ricetta! L’altro giorno ho preparato la polenta taragna, buonissima, quella che preferisco, con il baccala’ alle cipolle di tropea, mio marito ed io, quel giorno era il nostro anniversario: abbiamo festeggiato 33 anni di matrimonio, ci siamo guardati e insieme abbiamo pronunciato la stessa esclamazione di gradimento per il buon cibo che stavamo godendoci! 😉 Ora vi scrivo la ricetta del baccala’: naturalmente per la polenta potete usare anche quella gialla, l’insieme e’ comunque buonissimo! Il baccala’ con la polenta taragna e’ una tipica ricetta del bergamasco, della Valle Brembana. Il merluzzo sotto sale (baccalà) o essiccato (stoccafisso o pesce ‘stocco’) è sempre stato tradizionalmente il “pesce” dei bergamaschi, assieme a quello nostrano di laghi e fiumi, qui da noi in Piemonte si trova facilmente, mia mamma quando preparava la polenta, lei usava quella gialla, la accompagnava spesso con il baccala’, questa e’ la sua ricetta: mezzo kg di baccala’ sotto sale oppure un pacchetto di filetti sempre dello stesso peso, 500 gr di pomodori, va benissimo anche la passata, 400 gr di cipolle di tropea, mezzo litro di latte, mezzo bicchiere di olio, farina, sale e olio da frittura. Dissalate e ammolate il baccala’ per 24 ore, (per dissalare il baccalà: porre il baccalà sotto un getto di acqua corrente per togliere il sale in eccesso. Riporlo in una bacinella capiente e ricoprirlo di acqua fresca. Lasciarlo in ammollo per 24-36 ore, cambiando l’acqua il più sovente possibile (l’acqua deve essere molto fresca affinché il pesce si mantenga sodo), in questo caso, dopo due/tre risciacqui con acqua all’ultimo risciacquo usate il latte e lasciatelo ammollare con esso
Nella padella da frittura con l’olio che fuma immergete i pezzi di baccala’ infarinati,
friggeteli e sgocciolateli dorati e croccanti. In una teglia larga versate il mezzo bicchiere di olio e fatevi dorare e macerare le cipolle
tagliate a fettine, ponete in questa teglia le fette di baccala’ fritte, aggiungete i pomodori pelati, salate se occorre, io non uso mai sale quando preparo il baccala’, e fate cuocere per 30 minuti.
Preparate la polenta mentre cuoce il pesce
quella che preferite, e servitela con il pesce,
e’ un piatto fantastico, garantisco, 🙂 Mentre sto scrivendo il post guardate un po’ il mio cagnolino,
come dorme tranquillo, pero’ se scatto la foto
apre subito l’occhietto, 😀 😀
Soffici girelle con crema pasticcera e al cioccolato.
Pubblicato 15 novembre 2014 da LauraNon ho resistito, con la scusa che arrivava Chiara le ho preparate, mamma mia che buone, sono le girelle di Giovanna di questo bellissimo blog ……. la ricetta e’ semplicissima, ci vuole solo un po’ di pazienza per la lievitazione ma vi assicuro che ne vale la pena, guardate un po’ la foto qua sotto io ne ho preparate alcune vuote, altre con la crema pasticcera alla vaniglia e anche al cioccolato, sono troppo buone! E per non farci mancare niente ho fatto anche una treccia ripiena delle due creme! Morbidissima!
Ecco gli ingredienti e come prepararle: 500 g di farina manitoba (va bene anche 500 g di farina 00 oppure 250 g di farina manitoba e 250 g di farina 00), 100 g di zucchero, 100 g di burro, un pizzico di sale, un panetto di lievito di birra o una bustina di mastro fornaio, 2 uova, 1 tuorlo, vanillina, latte 150 gr e scorza di limone grattugiato. Per le creme
fate quella pasticcera, questa la ricetta, mettetela in due tazze e in una aggiungete il cioccolato fondente, ne basta 70 gr, fatele raffreddare. Per prima cosa mettete nella planetaria ( o in una ciotola) la farina, lo zucchero, il lievito sciolto in un po’ di latte tiepido, oppure la bustina del lievito secco, le uova, la vanillina, il burro morbido e lavorate per bene, aggiungete meta’ del latte, la scorza del limone e il pizzico di sale. Aggiungete ancora il rimante latte e quando l’impasto e’ ben amalgamato ed e’ diventato liscio ed elastico formate una palla e lasciate lievitare per due ore coperto dalla pellicola per alimenti.
Passato il tempo di lievitazione tagliate l’impasto in pezzi di circa 50 gr. e rigirate il pezzo di pasta su se stesso, da una parte e da un altra, poi allungate il rotolino ottenuto sulla spianatoia fino ad ottenere un serpentello di circa 25 cm. , formate poi la girella.
Ho preparato le girelle con la crema alla vaniglia e al cioccolato in questo modo: ho allargato il serpentello preparato
ed ho messo la crema sopra, chiudendo bene la pasta e girando il rotolino ottenuto formando poi la girella
Ora lasciate nuovamente lievitare le girelle mettendole in forno spento sulla teglia con carta forno, devono raddoppiare di volume e quindi ricordatevi di lasciate lo spazio necessario tra di loro. Terminata la seconda lievitazione spennellate le girelle con del latte facendo attenzione a non sgonfiarle e spolverate di zucchero a velo. Fate cuocere le vostre girelle in forno preriscaldato per circa 10/15 minuti, controllate la cottura.
Sono una meraviglia, anche senza creme!!! Per Giovanna: ho provato a fare la foto come hai fatto tu con la tua gatta
ma Willy e’ troppo veloce, c’e’ mancato poco che questa brioche alla crema se la pappasse lui, 😀 😀 😀
Pizza cotta in padella.
Pubblicato 10 novembre 2014 da LauraLa colpa di quello che sto scrivendo e’ di Affy di questo bellissimo blog, lei e’ incredibilmente adorabile, mi ha chiesto di fare un post sulle mie origini del traffico, adesso vi spiego: tempo fa avevo letto nel bellissimo blog della Kety, questo , un suo post che mi aveva fatto morire dal ridere, andate a leggerlo, lei e’ simpaticissima e l’argomento che, definisce serio, 😀 e’, appunto, sulle origini del traffico, in poche parole: come arrivano ai nostri blog gli internauti, quali parole chiave usano per arrivare, per esempio, nel mio caso e in quello della mia amica blogger, ad una ricetta, siccome i nostri blog sono di cucina? Nella bacheca di ogni blog esiste la sezione statistiche e nella suddetta sezione si trovano le origini del traffico con le parole chiave usate per la ricerca. Fin qua nulla di male, basta andare a vedere, io vi metto una pagina scelta a caso delle mie origini del traffico, voi provate a cercare le vostre e sopratutto andate a leggere cosa ha trovato la Kety nelle sue parole chiave, qua(scusa Kety, prenditela con Affy, 😀 )
Termini di ricerca per 7 giorni con termine il 2014-11-04 (Riassunto)
Ingredienti:
250 gr. di farina “00″
150 gr. di acqua
1 pizzico di sale
1 bustina di lievito per torte salate
1 cucchiaio di olio d’oliva
1 mozzarella
passata di pomodoro
Olio extravergine d’oliva
origano, basilico
sale, potete inoltre aggiungere quello che piace a voi, io ho aggiunto le acciughe che piacciono al mio maritino!!
Ora fate cosi’ : disponete la farina a fontana sulla spianatoia, nel centro mettete il lievito, il sale e l’olio, unite l’acqua ed impastate il tutto fino ad ottenere un composto morbido, regolatevi voi se aggiungere più o meno acqua, dipende sempre dalla farina che utilizzate.
Ora dividete l’impasto in due parti uguali e con il mattarello stendeteli fino ad ottenere lo spessore di un cm scarso.
Nel frattempo scaldate una padella antiaderente bella grande, così da avere lo spazio necessario per non far piegare troppo i bordi della pizza, ora delicatamente adagiate la base pizza nella padella e cuocetela con il coperchio un paio di minuti, poi giratela dall’altra parte e farcitela con il pomodoro il sale e la mozzarella tagliata a pezzetti. Continuate la cottura coprendo ancora con il coperchio per altri 4/5 minuti. Quando la pizza cotta in padella sarà pronta guarnitela con il basilico spezzettato e un giro d’olio extravergine d’oliva, usate gli ingredienti che preferite,
io ho messo anche l’origano. 🙂 Vi metto la foto del cappottino che in questi giorni ho fatto al mio cagnolino
e ringrazio Rebecca dell’idea che mi ha dato, non immaginavo di riuscire a farlo cosi bene, volevo che fosse
caldo ma non troppo ingombrante, ho utilizzato un giubbotto di mio marito che usava, tempo fa, quando lavorava, l’ho scucito, rivoltato ed ho utilizzato la fodera al contrario, praticamente e’ nuova, la pelliccia e’ sintetica ed e’ antiallergica, ho fatto doppia cucitura rinforzata con filo doppio, insomma e’ venuto un bomberino niente male, Willy, il modello, e’ molto contento, eccolo con il cappottino che mi aspetta per uscire
e’ un cappottino caldo e impermeabile ma nello stesso tempo leggero che lo lascia libero nei movimenti e sopratutto lui ha la pancina coperta, ❤ ❤
Alabama grill (sandwich americano alla griglia).
Pubblicato 3 novembre 2014 da LauraAnni settanta, per la precisione, 1976, io, Laura, 18 anni, capelli lunghi, occhioni azzurri, magra, 😀 (in questa foto sono a Malta) con un fratello di 14 mesi piu’ grande, io ero gia’ fidanzata con mio marito
eccoci, io studiavo e lui lavorava, mio fratello minore aveva 10 anni, 🙂 , mio papa’ faceva due lavori, in fabbrica e per conto proprio, elettricista, dolce lui, non era mai a casa, certo che erano altri tempi! Mia mamma casalinga, cucinava benissimo, la casa era uno specchio, lei era una mamma fantastica, era sempre allegra e ci faceva ascoltare la nostra musica preferita, noi amavamo tutta la musica, i cantanti italiani preferiti erano Baglioni e Battisti ma la musica straniera era quella che ascoltavamo di piu’: i Led Zeppelin, i Deep Purple(mio fratello a tutto volume ascoltava smoke in the water! 😀 ), i Pink Floid , e poi c’erano i Beatles, gli Eagles, Al Stewart, Gloria Gainor, Cat Stevens, Gerry Raffert, Bob Dilan e Bob Marley, 🙂 Earth, wind & Fire, i Bee Gees (mio marito li imitava benissimo, 😀 ) e poi Elton John, Jethro Tull, Simon & Garfunkel, Barry White, Queen (piacevano anche a lei, la mia cara mamma!)Ramones, Earth, wind & Fire, Santa Esmeralda, Blondie, Police, Credence Clearwater Revival, The Knacks, Marvin Gaye, John Paul Young (mi piaceva tantissimo, 🙂 e poi gli ABBA, li ascoltavo io, David Bowie (piaceva a mio fratello! ) Donna Summer (la sua musica a volte l’ascoltavo a casa ma spesso la ballavo in discoteca, andavo il sabato sera e la domenica pomeriggio, al Top 2, d’estate andavo con le amiche in bicicletta e d’inverno c’era il pullman che ci portava e ci veniva a prendere!), The Love Unlimited Orchestra, Diana Ross, The Trammps (disco inferno, mio marito “saltando” con questa canzone si e’ rotto il tendine, non allora, ma nel 2009!!) Sylvester, Carl Douglas (Kung Fu Fighting, quanto l’abbiamo ballato!!!), Toto (mi piaceva troppo la canzone, Hold The Line! ), Barry Manilow (Mandy, quanto ho sognato con questa canzone!), The Sex Pistols (provate a studiare con un fratello che ascolta a tutto volume god save the queen, 😀 ), James Brown, Genesis, Thelma Houston, Patrick Hernandez ( Born To Be Alive , una volta abbiamo invitato gli amici a casa nostra e ballato fino a sera, i nostri vicini sono venuti a ballare insieme a noi 😀 ) Bruce Springsteen, ( piace tanto a me!), Billy Joel (piace tanto a mio marito!), Roberta Flack, Derek and the Dominos (Eric Clapton ❤ ) (avevo conosciuto un ragazzo che suonava Layla cosi’ bene, purtroppo ero gia’ fidanzata, 😀 love Layla, 😉 ), Chic (Good Time da ballare e’ troppo bella! ), AC/DC ( li adoro!!! Highway to Hell …. 🙂 ) The Rolling Stones, Rod Stewart, Stevie Wonder, The Clash…… e ancora altri, alcuni gruppi li ho cercati nel web e li ho riascoltati perche’ non ricordavo i nomi ma sono sicura che non ci sono tutti, era troppo bella la musica che ascoltavamo, un gruppo che mi piaceva tanto erano i Lynyrd Skynyrd con la più celebre delle canzoni rock di tutti i tempi, Sweet home Alabama! Il brano voleva essere una risposta ad Alabama e Southern Man, due canzoni di Neil Young, nelle quali il cantante canadese aveva criticato gli stati del sud, a suo avviso razzisti. Per tutta risposta i Lynyrd Skynyrd cantarono la bellissima canzone che ho citato prima rivolgendosi a Neil Young e dicendo che loro non avevano bisogno di lui ma era solo un modo scherzoso per dare una risposta alla sua canzone! Il cantante dei Lynyrd Skynyrd, Ronnie Van Zant, amava la musica di Neil Young e dichiaro’ spesso nei suoi concerti di essere un suo fan e Neil era orgoglioso di avere il suo nome in una loro canzone, volevano anche fare un concerto insieme che poi non hanno mai organizzato. Vi ho scritto tutta questa pappardella 😀 per proporvi la ricetta che mi ha fatto ricordare la musica che ascoltavo da ragazza e che ho preparato l’altro sabato, ormai sapete che al sabato c’e’ la pizza a casa di Lalla, oppure la focaccia farcita, e a volte preparo qualcosa di diverso per cambiare un po’, allora eccovi questo mega tramezzino, l’Alabama grill, l’ho visto preparare alla prova del cuoco da Mainardi, lui e’ troppo bravo, simpatico e preparato! Ecco gli ingredienti e come si fa: 9 fette di pane da tramezzini, 300 g di petto di tacchino, 8 fette di bacon, 1 patata americana, 1 limone, 4 uova, 200 g di formaggio morbido di capra, 1 porro, 2 pomodori ramati, 20 g di farina, 200 ml di olio di semi di girasole, sale. Per la salsa ranch: 50 g di maionese, cipolla in polvere, prezzemolo, aneto e pepe. Per la marinatura : 1 mazzetto di dragoncello, 1 spicchio di aglio, scorza di limone, olio extravergine di oliva. Per prima cosa si marina la carne: tagliatela a straccetti e mettetela in una ciotola con un goccio di olio extravergine, la scorza di un limone grattugiata, l’aglio e il dragoncello tritati e lasciate marinare per un’ora. Grigliate le fette di pane per tramezzini, le fette di bacon e per ultimi gli straccetti di tacchino tolti dalla marinatura. Ora preparate la salsa ranch mettendo in una ciotola la maionese, la cipolla in polvere, il prezzemolo, l’aneto e il pepe e frullate il tutto con un frullatore ad immersione. Lessate la patata americana e mantecatela in padella con il succo di un limone. Ora componete il sandwich spalmando la salsa sul pane, mettete sopra la patata americana, gli straccetti di carne, il bacon, le uova sode e sbriciolate, delle fettine sottili di formaggio, il pomodoro tagliato a cubetti e il porro tagliato a julienne e infarinato, poi fatelo friggere nell’olio di semi. Chiudete il sandwich con l’altro pane grigliato, fate tre strati,
spolverizzate con il dragoncello
e infornate per 5 minuti a 220°. E’ fantastico, eccolo! Un consiglio, preparate il mega-tramezzino qualche ora prima, poi lo infornate al momento di servire, sistemate tutti gli ingrediendi in ciotoline intorno ad un tagliere con le fette di pane grigliate per facilitarvi la preparazione, cosi’ come ho fatto io,
guardate Willy, mi fa troppo ridere, 😀